Il lato oscuro della mente nel nuovo thriller di Beatrice Fiaschi | INTERVISTA

Nel romanzo “La Vasca”, Beatrice Fiaschi intreccia le storie di tre donne trovate morte nelle loro vasche da bagno a Roma. Il commissario Alessio Sala sospetta che dietro i presunti suicidi si nasconda un killer astuto. Un’ indagine che esplora le profondità della psiche umana e I  suoi demoni.

Un caro saluto a te, Beatrice. La Vasca” si distacca dagli altri romanzi che hai scritto? Ci sono suggestioni nuove e particolari?

“La Vasca” ha segnato una tappa importante per il mio percorso di scrittura e di crescita professionale perché è stato il primo romanzo in cui ho prodotto davvero tanta documentazione e al contempo ho provato ad andare oltre i confini del genere letterario di riferimento, con buoni risultati considerando che questo romanzo è stato apprezzato anche dai non estimatori del crime. La preponderanza del mondo onirico dei personaggi, la costante attenzione alla loro psicologia e alle complicate relazioni che si instaurano tra i loro fragili mondi, sono state a lungo al centro della mia ricerca: credo che questa opera mi abbia spalancato un nuovo portale di senso da continuare a esplorare.

Il sogno è un topos ricorrente nella letteratura: in che modo sei riuscita ad inserire questo elemento?

Il sogno è qualcosa che mi ha sempre intrigato e che ho deciso di studiare e approfondire anche solo per il mio personale gusto attraverso la lettura di autori come Freud e Jung, per poi passare a saggi neuro-scientifici e alla mitologia comparata, per approdare infine a una massima del pensiero sciamanico che ho fatto mia: “sogna il tuo sogno”, un pensiero che ribalta il punto di vista sul reale. Infine, il processo che era già in atto dentro di me è deflagrato con l’uscita di “Inception” che mi ha mostrato come fosse possibile basare un’intera narrazione sul meccanismo onirico. Mi sono accostata così allo studio della cinematografia di Christopher Nolan, un artista che mi ha regalato grande ispirazione, forse come nessun altro. Ne “La Vasca” il sogno è il movimento espansivo fondante, si fa funzione narrativa che promuove il percorso della storia, il linguaggio pervasivo e silenzioso che tesse e pervade tutto il testo.

Credi che linvestigatore sia un personaggio liminale della società? Se sì, perché?

Assolutamente sì, credo che l’investigatore sia un personaggio liminale della società e sono fiera del fatto che “La Vasca” mostri proprio questo aspetto del commissario Alessio Sala. L’investigatore mette insieme i pezzi, indaga, tesse e ricostruisce per creare senso a partire da tasselli, schizzi di sangue, fili rossi che uniscono le vittime. Per riuscire in questo necessita di lavorare a emisferi incrociati, nell’unità del suo potenziale che non è solo l’insieme di preparazione tecnica, attitudine al lavoro e acutezza mentale, ma molto di più. L’investigatore deve farsi intuizione, fidarsi profondamente di quella sua particolare e diversa percezione del mondo che in effetti possiedono solo coloro che sono abituati a muoversi sul confine tra i mondi. In questo lo scrittore è sacro come l’investigatore proprio perché anche la scrittura è un processo di ricostruzione del senso e restituzione al lettore di un senso profondo di unità, ottenuto risignificando ciò che solitamente nella vita siamo abituati a percepire come scisso, disunito, incomprensibile.

Sei appassionata di cinematografia? Ci sono dei titoli che consiglieresti vivamente al tuo pubblico?

Sì, amo molto anche il cinema perché mi apre alla possibilità immersiva del viaggio narrativo. Come accennato in precedenza, il film che ha più influenzato la mia visione e la mia ricerca, determinando la mia vita artistica e personale, è stato “Inception” che consiglio sempre di vedere e rivedere perché ha una complessità tale e un valore intrinseco da necessitare un notevole livello di attenzione per cogliere davvero il senso e il messaggio. Io stessa l’avrò visto più di venti volte e ancora ci trovo qualcosa di nuovo ogni volta.

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